Le atrocità della guerra negli scatti di Robert Capa

Come descrivere la guerra senza mostrarla? Attraverso gli occhi di chi guarda. Nelle fotografie di Capa esposte a Villa Mussolini a Riccione, appena inaugurata il 26 novembre 2023, troviamo l’espressione delle persone e tutte le emozioni che accomunano l’uomo di ieri e di oggi nei conflitti: dalla rabbia alla paura, dalla rassegnazione alla disperazione. Sono le stesse emozioni che si ripetono in tutte le guerre. Mai questo tema in mostra è apparso così vicino al presente. Robert Capa è stato il più grande reporter di guerra del Novecento.

Ha immortalato le guerre più significative, dalla seconda guerra mondiale passando per la Spagna, la Francia, la Germania fino alla Russia, ritornando nelle zone da cui era fuggito. Anche lui esule a causa delle sue origini ebraiche, torna in quei luoghi da cui si era forzatamente allontanato, ma questa volta con la macchina fotografica.

Gerda Taro e Robert Capa in un caffè, foto di Fred Stein, Parigi, 1935.

In realtà, il suo vero nome non era Robert Capa; si chiamava Endre Ernő Friedmann (Budapest, 1913 – Thai Binh, 1954). Capa è solo un alias, un personaggio costruito insieme all’amata Gerda Taro, conosciuta a Parigi e scomparsa prematuramente, investita dai cingoli di un carro armato. Questo incontro lo segna per sempre, e da qui inizia la trasformazione. Diventa il vero Robert Capa, un uomo che sembra non avere paura di niente.

Il pilota americano Larner. Tunisia, 1943.

Insieme agli americani documenta lo sbarco in Normandia e quello in Sicilia. Capa non sta nelle retrovie, al sicuro, ma è capace di buttarsi con il paracadute insieme a tutti gli altri soldati. Vive la guerra in prima persona, come se non avesse mai provato timore di morire, nemmeno un momento.

Un contadino siciliano indica ad un ufficiale americano la direzione presa dai tedeschi. Nei pressi di Troina, 4-5 agosto, 1943.

La sua vita si spezza nel 1954 in Vietnam, calpestando una mina, ma sappiamo tutti che la verità non è questa. Proprio come il gioco da cui è partito tutto, Robert Capa è rimasto in questo paese a documentare tutta la guerra e il ritorno a casa dei soldati americani. E magari ha raggiunto anche la sua amata Gerda, che in realtà è riuscita a scappare dalla Spagna e sotto falso nome sono finalmente riusciti a ritrovarsi. È questo il lieto fine che voglio immaginare.

Pro e Contro dell’esposizione a Villa Mussolini

Cosa migliorerei

  • Le didascalie, quasi una traduzione letterale. Ma da dove proviene l’opera?
  • Non ci sono contenuti extra di cui sono affamata. Qualche video in più sarebbe stato gradito. Quante altre storie ci sono dietro ognuna di queste fotografie? Quanti racconti ci sono dietro ogni guerra?

Perché visitare la mostra di Robert Capa

  • Attualità del tema guerra
  • Capire quanto atroce può essere l’essere umano
  • Non dimenticare perché è sempre facile lasciarsi dietro il passato, soprattutto l’orrore
  • Lo spazio espositivo della Villa consente una giusta fruizione. Non è troppo piena di opere, il percorso espositivo non è troppo breve né veloce. Si può trascorrere un piacevole pomeriggio.

Per rivivere la storia di vita di Capa, ma anche del mondo intero tra Europa, America e Asia, è possibile visitare la mostra fino all’1 aprile 2024.