Oltre i confini: la storia della famiglia Mazzanti tra emigrazione, architettura e successo internazionale

Potremmo trovarci tra le pagine di “Cent’anni di solitudine“, ma questa è un’altra storia. Nella mia visita a Jesi (Ancona), ho scoperto le avventure della famiglia Mazzanti, tra Italia, Francia e Sud America. In questo viaggio, emergono molte tematiche sociali e analogie con il contesto odierno, come ad esempio il fenomeno dell’emigrazione italiana, ma anche come l’architettura possa contribuire allo sviluppo della società.

La storia di Spartaco

Il 1891 è l’anno di nascita di Spartaco Mazzanti, figlio della professoressa Willelmina Albanesi e del sarto Giovanni Mazzanti di Jesi. Spartaco è il primo della sua famiglia ad andarsene in un’altra città per studiare, in quanto fino ad allora, tutti i componenti erano diventati sarti. Si iscrive alla facoltà di Economia e Diritto presso l’Università Ca’ Foscari a Venezia, dove ha iniziato a lavorare per il giornale Gazzettino di Venezia. La sua carriera studentesca e di scrittore è durata sei anni, fino a quando, con lo scoppio della Prima Guerra Mondiale, si è arruolato come volontario combattendo la battaglia di Caporetto. Durante questa circostanza è stato fatto prigioniero sul Monte Nero, nel territorio dell’impero Austro-Ungarico, e portato nel campo di Braunau.

Un pannello in mostra che narra la vita di Spartaco

Al termine della guerra, Spartaco diventa Dottore di Economia e Diritto e dall’Italia si sposta in Francia, dove inizia a lavorare per la Banca Francese Italiana per l’America del Sud, che possedeva per l’appunto molte sedi in America Latina.

La Banca Francese e Italiana per l’America del Sud. Argentina/Buenos Aires/Cangallo 500.
Archivio Intesa San Paolo.

Qui incontra Marguerite Valentine Thiault Perne di cui si innamora. Dopo essersi sposati, decidono di trasferirsi insieme a Bogotà, in seguito all’offerta di Spartaco di fondare una filiale nella capitale della Colombia.

Dopo quattro anni trascorsi a Bogotà, si trasferirono a Barranquilla, dove nasce il quinto ed ultimo figlio della coppia, Alexei.

A Barranquilla, tra il calore caraibico, prosegue la storia della famiglia Mazzanti che continua con quella dell’architetto Giancarlo, pronipote jesino, il cui lavoro è oggi esposto a Palazzo Pianetti, fino al 18 febbraio 2024.

La storia di Giancarlo

Buon sangue non mente. Giancarlo Mazzanti, nipote di Spartaco, è un noto architetto. Si è laureato all’Università Javeriana de Colombia, con un dottorato a Firenze. Ha oltre vent’anni di esperienza accademica in università prestigiose come Harvard, Columbia e Princeton.

Fondatore di El Equipo Mazzanti, il suo lavoro è presente al MoMa e al Centre Pompidou e spazia tra architettura, urbanistica, arte e sociologia.

Leon de Greiff Library Park – La Ladera. Medellin, Colombia, 2007. Photo by Sergio Gomez.

Il suo studio si distingue, infatti, per la ricerca sulla relazione tra gioco e architettura, evidenziata nei progetti di “We play, You play”. Al centro della sua architettura vi sono principi sociali, mirando a migliorare la qualità della vita e promuovere l’uguaglianza sociale. Ha ricevuto oltre 30 premi internazionali, tra cui il RIBA Prize e l’AIA Honorary Fellowship. El Equipo Mazzanti ha uffici a Bogotà, Medellín e Madrid, con progetti in corso in tutto il mondo, incluso il piano del porto di Cagliari e un centro a Ponte di Legno, Brescia.

21 Atlantico Kindergartens. Atlantico, Colombia, 2016. Photo by Alfonso Manjarrés.
Forest of hope – Cazucá, Colombia, 2011. Photo by Jorge Gamboa.

Insieme al nonno Spartaco e al padre Alexei, tutti e tre sono stati proclamati dal Governo Italiano, Cavalieri all’ordine del merito della Repubblica Italiana. Spartaco non ha mai dimenticato la sua terra d’origine, ha deciso di morire e di essere sepolto a Jesi, in nome del suo legame e amore per la città. Allo stesso tempo, Giancarlo mantiene vivo il rapporto con l’Italia e questa mostra “La Bellezza che cura” lo dimostra.

Pannello espositivo in mostra – Centro di ricerca Fundo Monray.

La Bellezza che cura: inaugurazione della mostra

Durante la conferenza inaugurale, Giancarlo Mazzanti sottolinea l’importanza di aiutare le amministrazioni comunali e i sindaci che potrebbero mancare di competenze tecniche, affinché non solo immaginino e costruiscano soluzioni, ma anche formulino domande che generino progressi nel pensiero urbano.

Mazzanti, inoltre, ritiene che un elemento cruciale mancante nella costruzione complessiva degli ambienti oggi sia la riflessione, nel frastuono dell’incessante attività e costruzione. Sottolinea la necessità di un processo di pensiero collettivo nella costruzione delle città.

L’architetto si è occupato molto della costruzione di spazi educativi che diventano punti di riferimento per l’intera comunità, dimostrando come l’architettura possa fungere da grande catalizzatore sociale, promuovendo il dialogo, il rafforzamento dei valori della comunità stessa e l’uso multiplo degli spazi.

21 Atlantico Kindergartens. Atlantico, Colombia, 2016.

Qui il video in italiano dell’evento a Teatro Pergolesi.

L’emigrazione in Colombia

In una società in cui l’integrazione è vista come un problema, la storia della famiglia Mazzanti è un esempio di come l’uomo possa abbracciare culture diverse e contribuire a creare valore in altre comunità. I coniugi Mazzanti si sono trovati ad integrarsi in un altro paese, con una lingua diversa, con cinque figli da crescere oltreoceano, comunque avvantaggiati dal lavoro che svolgevano in Europa.

FOTOS ANTIGUAS DE BARRANQUILLA Y SU CENTRO HISTORICO. BARRANQUILLA COLOBIA
Fotos antiguas de Barranquilla y su centro historico on FLickr – Mira al Centro Fotomaratón https://www.flickr.com/photos/miralcentro/5088808424/in/photostream/

Dall’altra parte, l’accoglienza dello straniera era vissuta come opportunità, anche economica. Nonostante la Colombia non abbia aperto le sue frontiere all’immigrazione in modo massiccio, gli europei, compresi gli italiani, furono ben accolti a Barranquilla. Sebbene l’emigrazione italiana non fosse numericamente significativa, ha giocato un ruolo rilevante nello sviluppo sociale ed economico del paese. Barranquilla, porto al nord della Colombia sul Mar dei Caraibi, fu un passaggio chiave per gli stranieri che entravano nel paese attraverso il molo di Puerto de Colombia.


Postal Callejón De California – Barranquilla. Postcard. 1900.

Emigrati di ieri e di oggi: una storia che si ripete

Nella Colombia di ieri rivedo l’Italia di oggi, entrambe portatrici di significative storie di emigrazione. Proprio come la Colombia del passato, l’Italia si ritrova ad essere negli ultimi anni una terra di passaggio, un primo approdo per salvarsi da guerre, fame, povertà. Unica differenza: se da una parte la Colombia ha accolto gli stranieri con apertura, come stiamo accogliendo chi arriva in Italia?

È fondamentale ricordare che, nel corso della storia, entrambi i paesi hanno sperimentato movimenti migratori che hanno plasmato il loro tessuto sociale ed economico. In più la storia insegna che non ci sono certezze, tutto cambia e la sua situazione si può tranquillamente ribaltare. Ma se un giorno gli italiani dovessero emigrare in un paese africano o del Medio Oriente, a causa del clima o di una guerra, come vorremmo essere trattati?

La storia di vita della famiglia Mazzanti può guidarci nel comprendere meglio le dinamiche attuali, riflettere sul significato di patria, riconoscendo il valore delle esperienze passate per trovare un approccio costruttivo (e spero diverso) al futuro.