Crema non è una città lombarda e neppure un gusto di gelato, ma un insieme di virgole di colore. Crema è l’artista, forse meno noto al grande pubblico, a cui è dedicata la mostra al Castello Estense di Ferrara, prorogata fino al 26 dicembre.
La sede dell’esposizione non è il consueto Palazzo dei Diamanti, in quanto chiuso temporaneamente per lavori, ma la dimora storica della famiglia Estense. Il biglietto per accedere alla mostra include perciò la visita al castello (che non guasta mai nella vita).
Si accede direttamente dal cortile interno dell’edificio dove è situata la biglietteria e si inizia a scoprire l’evoluzione del palazzo e della sua corte negli anni. Il percorso espositivo racconta come è stato costruito, i rifacimenti, le cucine, le prigioni, le stanze dei duchi, le torri che si sono aggiunte con il trascorre del tempo, fino a diventare il monumento storico che possiamo ancora oggi ammirare.
Al termine del percorso, che può essere più o meno approfondito a seconda dell’interesse, si trovano le stanze dedicate all’artista divisionista Crema (in corrispondenza dei camerini di Alabastro di Alfonso I d’Este).
Giovanni Battista Crema nasce a Ferrara nel 1883. Dopo aver frequentato a Napoli l’Accademia all’Accademia di Belle Arti, si trasferisce a Roma dove conosce l’artista Giacomo Balla e aderisce al movimento artistico del Divisionismo.
Che cos’è il Divisionismo? Riassumendo all’osso, è una corrente artistica italiana in cui affronta temi sociali e si caratterizza per la pennellata lunga, a virgola.
Degni di nota sono i ritratti e le “vanitas” di Crema che reputo siano le migliori tra tutte le opere esposte. Il quadro più rappresentante è quello scelto appunto come simbolo della della mostra e consiste nel ritratto della moglie. Non solo figli e famiglia, troviamo anche corpi di donne in vestiti fruscianti d’epoca e in pose osé, come anticipazioni di copertine di Playboy.
Tutto cambia con l’arrivo delle due guerre mondiali, ma non si riesce a cogliere esattamente cosa succede a Giovanni Battista Crema. L’artista cambia sicuramente nel profondo dopo aver partecipato ai conflitti, ma come vive i suoi ultimi anni? A che età muore la moglie?
La mostra a mio avviso non approfondisce abbastanza la complessità della persona, sembra quasi sospesa, forse l’intera esposizione si perde all’interno del castello. Sembra che manchi il gran finale e si fa fatica a connotare l’artista nel tempo se si conosce poco il periodo storico. Perché per l’occasione non si è messo in relazione Crema con gli altri artisti divisionisti dell’epoca? Come possiamo immedesimarci in Crema se ne conosciamo soltanto qualche frammento?
Armatevi di pazienza inoltre se:
- l’audio-guida (a 2 € in più al prezzo del biglietto) è un tablet e non avete tasche abbastanza grandi per infilarlo. In più ci sono i soliti contenuti che non avete voglia di ascoltare.
- Non avete prenotato la visita (come me) e vi sorpassano tutte le persone prenotate a due metri dalla biglietteria (non ci sono due file distinte ma una unica).
- Gli spazi sono un po’ stretti in alcuni punti (come le prigioni), perciò attenzione ai gruppi che bloccano il passaggio.
- Il percorso espositivo non è abbastanza chiaro. Si ha sempre bisogno dei gentilissimi volontari che indicano la via come ai pellegrini.
Spero in nuove mostre che possano essere meglio sviluppate e che potranno restituire tutta la brillantezza di Crema in questa meravigliosa città d’arte. Vorrei che i suoi quadri potessero nuovamente vibrare con le sue pennellate e raccontare il suo punto di vista, non un Crema sbiadito ma vivo di colore!
Per approfondire:
Che cos’è il Divisionismo: http://www.artdreamguide.com/_hist/divisionismo.htm
Castello Estense di Ferrara: https://www.castelloestense.it/it
Palazzo dei Diamanti: https://www.palazzodiamanti.it/