Alla scoperta di Vicenza: esplorando una città di incredibile bellezza, da valorizzare

Dopo Verona, continua il nostro viaggio in un’altra città del Veneto, in particolare a Vicenza. Il vero cuore pulsante di questo luogo, però, si trova al di fuori dal centro storico, spopolato dai vicentini ed in mano ai turisti in questo caldo torrido di agosto.

Scordatevi di sorseggiare un buon vino della zona o i salumi locali sotto la Basilica Palladiana. Ci è stato proposto vino francese o un Chianti e un tagliere di prosciutto cotto. Nulla contro queste specialità, ma ci aspettavamo di poter gustare tipicità della zona.

Tornando al viaggio e alle esperienze più positive, ecco di seguito i miei consigli per visitare questa splendida città in un giorno:

  • Basilica Palladiana, potete ammirarla nel suo splendore anche dall’esterno, perché è completamente spoglia all’interno. Non c’è purtroppo molta valorizzazione di questo bene che potrebbe ospitare mostre temporanee di più rilievo nella grandissima sala principale, coperta da volta a carena.
  • Teatro Olimpico costruito da Andrea Palladio, assolutamente da vedere.
  • Se siete in auto, vi consiglio di raggiungere qualche villa veneta come Villa La Rotonda e Villa Valmarana ai Nani, raggiungibili anche a piedi l’una dall’altra.

È possibile acquistare un biglietto cumulativo. Vi suggerisco di informarvi prima visitando il sito del comune e delle ville, verificando gli orari di visita (li trovate in fondo). La Villa La Rotonda era aperta purtroppo solo il weekend e non abbiamo potuto accedervi, ma ammirarla solo esternamente.

La Basilica Palladiana: capolavoro del rinascimento nel cuore architettonico di Vicenza

Anche nel 1500, i palazzi erano sottoposti ad interventi di restyling. Nel 1546 Andrea Palladio (Padova, 1508 – Maser, 1580), l’architetto più importante della Repubblica Veneta, riceve così l’incarico di ristrutturare e ampliare la basilica medievale, già presente nel centro storico della città. In origine, la basilica era il luogo in cui si tenevano udienze, assemblee pubbliche e svolgevano funzioni legali ed amministrative per la città. La struttura comprendeva spazi aperti al piano terra, noti come logge, dove avvenivano le attività commerciali e i mercati.

L’intervento di Palladio si caratterizza per l’uso equilibrato degli elementi architettonici, come gli ordini dorico e ionico, e per l’innovativa loggia che circonda l’edificio su tre lati. Lo spazio creato era utilizzato per cerimonie pubbliche, eventi sociali e come luoghi di rappresentanza per la nobiltà.

L’architetto ha concepito così due piani di logge sovrapposte, contraddistinte dall’impiego di moduli ripetitivi costituiti da “serliane“. Questi elementi architettonici consistono in un arco a tutto sesto centrale, incorniciato da due aperture rettangolari, ognuna delle quali è delimitata da colonne.

Anche se non riesce a vedere la fine dei lavori (1614), viene aggiunto l’aggettivo Palladiana al nome della basilica, in suo onore.

Esplora il Teatro Olimpico di Vicenza: storia e fascino unici

Nel 1580 il Palladio ha 72 anni quando riceve l’incarico dall’Accademia Olimpica, congregazione d’importanti personalità vicentine nell’ambito delle lettere, scienze ed arti, di cui egli stesso fa parte, di realizzare una sede teatrale stabile.

Il progetto si ispira dichiaratamente ai teatri romani: una cavea gradinata ellittica in legno (che è ancora la stessa dell’epoca), cinta da un colonnato, con statue sul fregio. Di fronte, un palcoscenico rettangolare e un maestoso proscenio è posto su due ordini architettonici, aperto da tre arcate e ritmato da semicolonne, con le statue degli accademici.

Il Palladio crea il progetto pochi mesi prima della sua morte e non lo vedrà realizzato; sarà il figlio Silla a curarne l’esecuzione consegnando il teatro alla città nel 1583.

Come prima rappresentazione viene messa in scena la tragedia greca, l’Edipo Re di Sofocle, in occasione del Carnevale del 1585. Nella scenografia, costruita per l’occasione, sono riprodotte le sette vie di Tebe che si intravedono nelle cinque aperture del proscenio, dando vita ad un raffinato gioco prospettico. L’artefice di questa scenografia è Vincenzo Scamozzi, erede spirituale del Palladio. L’effetto è così ben riuscito che la scenografia non viene mai più smontata, eccetto per metterla al riparo dai bombardamenti tedeschi nella seconda guerra mondiale.

Non essendoci riscaldamento e sistema di raffreddamento, le rappresentazioni teatrali che ancora vengono messe in scena si concentrano in primavera ed autunno, ogni anno.

Le vecchie luci ad olio

Il teatro fa parte dei siti protetti dall’Unesco dal 1994, insieme alla Basilica Palladiana e alle ville venete del territorio vicentino.

Visita Villa Valmarana ai Nani: tra storia e magia, arte e leggende

Nel 1720 i Valmarana, nobili vicentini, acquistarono questa casa colonica risalente al 1669, per utilizzarla come residenza estiva e riparasti sui colli dal caldo cittadino.

La villa viene così restaurata dalla nuova famiglia proprietaria e nel 1757 Giustino Valmarana chiede all’artista Giambattista Tiepolo, di affrescare le sale della villa realizzando straordinari capolavori, insieme al figlio Giandomenico che si dedicherà in particolare alle sale della Foresteria.

È possibile vivere un’esperienza unica soggiornando in questa magnifica struttura storica, immergendosi nelle sue bellezze senza tempo.

La leggenda dei 17 nani

Dimenticate Biancaneve ed il film Disney. Le statue di ben diciassette nani, un tempo situate nei giardini, accolgono il visitatore nel muro perimetrale. La presenza di queste statue ha dato vita a diverse leggende in merito, la più famosa è quella della sfortunata principessa nana Layana. La principessa viveva rinchiusa in un castello, circondata da servitori nani, per cui non si sarebbe mai accorta del suo aspetto. Un giorno Layana decise di salire sulla torre più alta da dove vide un bellissimo giovane a cavallo. In quel momento si accorse di essere diversa e colta dall’ disperazione si gettò dalla torre. I servitori nani, per punizione alla lora negligenza, vennero pietrificati da una folata di vento e posti sulle mura, proprio accanto alla strada dove passò il bellissimo giovane.

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