All of a quiver di Mona Hatoum a Berlino

All of a quiver by Mona Hatoum in Berlin

Mi sono emozionata davanti un’opera. Non un incantevole quadro del Rinascimento, non di fronte a una statua del Canova ma davanti un’opera d’arte contemporanea.

I got excited in front of an artwork. Not a wonderful Renaissance painting, not in front of a statue by Canova, but I was excited when I saw a contemporary work of art.

Anche la ragazza all’entrata del museo, mi ha guardato un po’ stranita perché penso che mi si sia stampato in faccia un meraviglioso sorriso, nonostante la drammaticità dell’opera stessa.

Even the girl at the entrance to the museum looked at me dizzy because a big smile was put on my face, despite the drama of the artwork.

Sto parlando di “All of a quiver” di Mona Hatoum, tra i più importanti e influenti artiste dell’arte contemporanea. La sua opera è in mostra fino a maggio 2023 all’interno di KINDL – Centro d’arte contemporanea, ricavato da una vecchia fabbrica industriale di birra a Neukölln, uno dei quartieri più popolosi di Berlino, caratterizzato dalla grande presenza di turchi.

I’m talking about “All of a quiver” by Mona Hatoum, one of the most important and influential contemporary artists. Her work was shown until May 2023 inside the KINDL – Contemporary Art Center, a recuperated old industrial brewery in Neukölln, one of the most populous neighbourhoods in Berlin, characterized by the significant presence of Turks.

Tornando alla nostra opera, Mona ha sviluppato un’installazione cinetica alta 20 metri, fatta a torre di metallo, e collocata nella parte dell’edificio dove una volta si trovavano le caldaie.

Returning to her work, Mona has developed a kinetic installation 20 meters high, made as a metal tower, and placed in the boiler house of the building.

La struttura oscilla continuamente tra il collassare su sè stessa e la ricostruzione della sua posizione, sorretta da cavi. Hatoum riflette così sulla precarietà del tempo in cui stiamo vivendo e sull’esistenza, costruzione e decostruzione.

The structure continuously oscillates between a state of collapse on itself and the reconstruction of its position, supported by cables. Hatoum reflects on the precariousness of the time we live in and construction and deconstruction.

La cosa che mi ha impressionato di più oltre alla dimensione della struttura che si piega come fosse il Jenga, è il rumore. In una città come Berlino dove regna il silenzio nella vita quotidiana (in metro, al parco, nelle strade), sentivo questo stridio di metallo in contrasto con tutto questo. È il rumore della fine della civiltà?

The thing that impressed me the most, besides the size of the structure that folds like the Jenga game, is the noise. In a city like Berlin, where silence reigns in everyday life (on the subway, in the park, in the streets), I heard this screech of metal in contrast to all this. Is it the noise of the end of civilization?

Qui puoi trovare l’intero comunicato stampa in inglese / Here you can find the entire press release in English.

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