Il festival di Internazionale è ormai un appuntamento consueto a Ferrara. Da vent’anni i giornalisti di tutto il mondo si ritrovano nella stessa città per partecipare a tavole rotonde, presentazioni di libri, dibattiti. Quest’anno ho deciso di vivere a pieno la manifestazione e di seguire gli incontri per tutta la durata del festival, dal 4 al 6 Ottobre, privilegiando i convegni di grafica e quelli che ho considerato più formativi.
Inizia tutto venerdì, alle 17:00, nel cortile del castello con Piccole riviste crescono. Marino Simbaldi, mediatore dell’incontro, introduce due editoriali di successo nell’era digitale: la rivista francese XXI e quella argentina Orsai.
XXI è stata definita da Internazionale un “ufo”, diversa dagli altri prodotti sul mercato sia per il formato orizzontale, inusuale, incrocio tra magazine e libro: il Mook, sia per il rapporto con il tempo. Prendersi il tempo necessario per scrivere e per leggere è il loro slogan. Il direttore Lauren Beccaria spiega che con il digitale si è perso l’appuntamento con il quotidiano, soppiantato dai tablet e dai telefonini, sempre accessibili a tutte le ore, ci costringono a vivere in un continuo presente.
Gli articoli che si trovano tra le pagine di XXI sono più ampi, più lunghi della norma e all’interno non esiste la pubblicità. Ho navigato per il web una volta tornata casa e ho trovato il loro sito: http://www.revue21.fr Consiglio di curiosare tra Les Auteurs > Illustrations oppure sfogliare i singoli numeri. Molto spazio viene dedicato alle immagini e alle illustrazioni, a tutta pagina per ogni articolo. In basso, uno screenshot dal loro sito.
Orsai, http://editorialorsai.com, rivista argentina, ha cercato di seguire la stessa linea di XXI. Orsai è contro il lettore frettoloso e ama i disegnatori: per ben 13 numeri ha infatti utilizzato un’illustrazione come immagine di copertina. A fianco, riporto la penultima copertina illustrata dal grande Javier Zabala.
Appare chiaro fin da subito, grazie anche alla profondità degli interventi dei presenti, la netta differenza con ciò che che si trova in vendita nelle edicole italiane. Riviste del genere possono sembrare fantascienza anche se qualcosa ancora sopravvive nel nostro mare d’inchiostro.
Alle 18:00, Ma guarda che giornale!
Incontro nel giardino della facoltà di Giurisprudenza con Alessandro Gottardo, in arte Shout e Guido Scarabottolo. Mediatore: Alberto Notarbartolo, vicedirettore della parte Pop di Internazionale.
Si chiacchiera tra amici, una battuta tira l’altra. Si parla di committenze e di soprannomi: Shout è l’ultimo che Alessandro Gottardo si è affibbiato. Classe 1977, Gottardo ha pubblicato non solo per Internazionale (copertina a sinistra), ma anche per il New York Times. Ogni cambio di soprannome, continua l’illustratore, coincide con una variazione del segno grafico o un mutamento a livello concettuale delle immagini. La discussione prosegue, si arriva a parlare perfino di giochi di parole: il titolo dell’esposizione in corso alla Porta degli Angeli è l’anagramma di Internazionale – Rail Zone At Nine. Si conclude il tutto invitando i presenti a raggiungere, insieme agli intervistati, la mostra poco distante.
Infine ho assistito alla presentazione del libro Ogni maledetto lunedì su due (Bao,2013) di Zerocalcare nel Chiostro San Paolo, gremito di persone per l’occasione. I suoi fumetti non mi entusiasmo devo dire la verità, nonostante abbia tanti lettori sul suo blog. Ero curiosa di vederlo e sentirlo parlare dal vivo, mi aspettavo sincermanete un po’ di più, visto l’attenzione mediatica nei suoi confronti.
Si conclude così il primo giorno di festival.